In un mondo sempre più globalizzato e frammentato al tempo stesso, i giudici nazionali devono districarsi tra una pluralità policentrica di fonti del diritto e confrontarsi con organismi (quasi-) giurisdizionali di diversa natura e origine, nell’ambito del fenomeno che è stato definito “interlegalità”. In particolare, giocano un ruolo importate i sistemi internazionali e/o sovranazionali di tutela dei diritti fondamentali, a cui le carte costituzionali di molti stati rinviano esplicitamente. Spesso più sommersa, indiretta e “non ufficiale” – ma non per questo necessariamente meno significativa – è inoltre l’influenza dei minority legal orders di alcuni gruppi religiosi e/o culturali presenti sul territorio dello stato. In questo contesto, un’attenta osservazione delle pratiche dell’interpretazione e del dialogo intergiudiziale induce a mettere in discussione l’attuale tendenza a tenere separata l’analisi dei rapporti tra diritto nazionale e diritto internazionale dei diritti fondamentali, da una parte, da quella dei rapporti tra diritto nazionale e minority legal orders, dall’altra. Queste due dimensioni dell’interlegalità possono infatti, più spesso di quanto non si ammetta, intersecarsi ed interagire tra loro, contribuendo a mettere in discussione la tradizionale teoria dei rapporti tra (fonti di) ordinamenti giuridici diversi e, con essa, la stessa nozione di ordinamento giuridico come insieme di norme gerarchicamente ordinato, caratterizzato da autonomia ed esclusività (o, secondo una prospettiva diversa ma complementare, da unità, coerenza e completezza).
Muovendo da questa constatazione, un primo profilo della ricerca si concentra su come i processi interpretativi di fonti riconducibili a spazi giuridici diversi si condizionino reciprocamente, attribuendo così all’interpretazione giudiziale una dimensione “intersistemica”: che esistano o meno forme di rinvio esplicito e di formale riconoscimento reciproco tra spazi giuridici diversi, infatti, l’interpretazione giudiziale attraversa le linee di demarcazione che li separano, rendendole sempre più sfumate e porose. Un secondo profilo della ricerca ha ad oggetto il dialogo intergiudiziale e le forme che esso può assumere quando i giudici nazionali si confrontano, contemporaneamente, con la giurisprudenza delle corti internazionali e/o sovranazionali dei diritti fondamentali e con l’attività di organismi (quasi-) giurisdizionali istituiti da gruppi religiosi e/o culturali presenti sul territorio dello stato.
Periodo di attività:
(gennaio 1, 2016 - )